Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Esperimenti sulla “Nine square grid” di John Hejduk, giocando con la forma del quadrato.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Esperimenti sulla “Nine square grid” di John Hejduk, giocando con la forma del quadrato.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Modellino di studio con i tre corpi principali connessi al muro perimetrale che porta ad un’architettura completamente introversa.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Modellino di studio con i tre corpi principali connessi al muro perimetrale che porta ad un’architettura completamente introversa.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Planimetrie ai tre livelli con evidenziate le aperture del muro perimetrale verso l’esterno.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Planimetrie ai tre livelli con evidenziate le aperture del muro perimetrale verso l’esterno.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’esterno che sottolinea la geometria pura e semplice del complesso.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’esterno che sottolinea la geometria pura e semplice del complesso.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’esterno con uno dei varchi di accesso al grande spazio interno.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’esterno con uno dei varchi di accesso al grande spazio interno.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’interno dello spazio alberato e abitato.
Concorso per un centro civico. Travaco' Siccomario. Vista dall’interno dello spazio alberato e abitato.
L’area di progetto si trova al margine nord-est di Travacò Siccomario, in un lotto di confine tra città e campagna. Questa posizione offre l’opportunità di creare un elemento di cerniera, capace di mettere in dialogo costruito e paesaggio agricolo. L’architettura scelta è chiara e ordinatrice: un quadrato che si distingue dalla disomogeneità del contesto e racchiude al suo interno una corte verde, cuore protetto e inclusivo. La cornice che lo delimita non è un muro chiuso ma una soglia, un segno che separa e unisce, garantendo continuità con il parco circostante. Una forma pura che accoglie una sorta di micro-borgo civico cone le funzioni identificate dal brief di concorso.  All’interno trovano posto i tre edifici — biblioteca, municipio e spazio polifunzionale — concepiti non come volumi indipendenti ma come parti di un unico organismo. La biblioteca si configura come un “muro di libri” a tre piani, con spazi di lettura, sale per bambini e aree espositive. Accanto, al piano terra, si collocano l’ambulatorio medico e le zone di attesa. L’edificio municipale si sviluppa lungo la cornice sud-ovest, con uffici affacciati sulla corte interna e spazi di servizio verso l’esterno. Lo spazio polifunzionale, a nord-ovest, accoglie al piano terra ambienti per giovani e anziani e, al primo livello, una grande sala per eventi pubblici fino a 180 posti. I tre corpi sono collegati da passaggi sospesi, mantenendo indipendenza funzionale ma garantendo unità d’insieme. La sostenibilità guida il progetto: centrale impiantistica unica, pannelli solari e fotovoltaici, sistemi di recupero acque e facciate schermate da vegetazione contribuiscono a un microclima favorevole. Gli spazi aperti, semplici e continui tra interno ed esterno, mantengono le essenze esistenti e offrono aree verdi attrezzate e sedute integrate. L’intero complesso si propone come nuovo polo civico, uno spazio vivo di incontro e condivisione per la comunità.
Partecipare ai concorsi di architettura significa mettersi alla prova su terreni sempre nuovi, misurarsi con scale più ampie, contesti lontani e temi complessi. È un’occasione per liberare creatività e visione, restando però ancorati alle regole e ai vincoli del brief, come in un esercizio di equilibrio tra libertà e disciplina. I concorsi sono per lo studio ciò che l’allenamento è per l’atleta: un modo per affinare metodo, lucidità e capacità di sintesi. Lavorare su scenari urbani, scuole, spazi pubblici o residenze collettive allena lo sguardo e arricchisce la sensibilità progettuale, mantenendo viva la curiosità e la tensione verso la ricerca.
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