Concorso per un asilo. Milano. Modellino di studio con l’inserimento degli ambiti per le attività previste.
Concorso per un asilo. Milano. Modellino di studio con l’inserimento degli ambiti per le attività previste.
Concorso per un asilo. Milano. Planimetria del livello 0 con disegno degli spazi esterni.
Concorso per un asilo. Milano. Planimetria del livello 0 con disegno degli spazi esterni.
Concorso per un asilo. Milano. Planimetria del livello 1.
Concorso per un asilo. Milano. Planimetria del livello 1.
Concorso per un asilo. Milano. Dettaglio di facciata con il sistema del verde rampicante.
Concorso per un asilo. Milano. Dettaglio di facciata con il sistema del verde rampicante.
Concorso per un asilo. Milano. Vista interna dello spazio gioco rivolto verso il parco.
Concorso per un asilo. Milano. Vista interna dello spazio gioco rivolto verso il parco.
Concorso per un asilo. Milano. Tavola di progetto.
Concorso per un asilo. Milano. Tavola di progetto.
Dalla relazione di progetto pensata come una favola: "C’era una volta una foresta incantata nel cuore della città, nascosta tra i palazzi. Al suo centro, una casa segreta dove i bambini andavano a giocare, conosciuta solo da loro. Le stagioni la trasformavano continuamente: nebbia, sole e colori rendevano ogni giorno diverso. La casa somigliava a un’astronave atterrata per caso o a uno scatolone di giochi rovesciato nel giardino. Il recinto che la proteggeva era fatto di pannelli metallici specchianti, che riflettevano il verde e facevano sparire la barriera. Due gli accessi, di cui uno legato all’area “kiss & ride”. Una segnaletica colorata, fatta di pittogrammi e scritte a diverse altezze, guidava grandi e piccoli, mentre le grafiche a pavimento creavano piste di gioco. Il giardino si collegava alla “Biblioteca degli Alberi”, ma con elementi propri: pietra, erba, legno e sabbia a forma di ali invitavano a scoprire nuove superfici. Il padiglione era ecosostenibile per regalare ai bambini un futuro migliore: pensato come edificio passivo, con materiali naturali e pannelli fotovoltaici in copertura. Al piano terra si trovavano l’ingresso, il filtro con armadiature per nascondere gli zainetti, cinque stanze da gioco e un bagno. Al primo piano, uffici, spazi per educatori, biblioteca, sala multifunzionale e aree di servizio. Gli ambienti erano flessibili, riconfigurabili in base alla fantasia dei bambini e accessibili a tutti. L’involucro multistrato, fatto di vetro, schermature, verde verticale e pareti ventilate, trasformava l’edificio in un oggetto curioso, stimolante, cangiante, integrato con la natura e capace di offrire a tuti i  bambini scorci speciali alle diverse ore del giorno".
Partecipare ai concorsi di architettura significa mettersi alla prova su terreni sempre nuovi, misurarsi con scale più ampie, contesti lontani e temi complessi. È un’occasione per liberare creatività e visione, restando però ancorati alle regole e ai vincoli del brief, come in un esercizio di equilibrio tra libertà e disciplina. I concorsi sono per lo studio ciò che l’allenamento è per l’atleta: un modo per affinare metodo, lucidità e capacità di sintesi. Lavorare su scenari urbani, scuole, spazi pubblici o residenze collettive allena lo sguardo e arricchisce la sensibilità progettuale, mantenendo viva la curiosità e la tensione verso la ricerca.
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