Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Interno della casa -studio di Luis Barragan con sulla destra la scala, concept del progetto del padiglione.
Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Vista aerea del padiglione con inserimento nel contesto.
Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Esploso del padiglione con i vari elementi architettonici.
Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Il concept di concorso scomposto per fasi e azioni progettuali.
Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Vista aerea del padiglione.
Concorso Padiglione BARRAGAN. Città Del Messico. Inserimento padiglione nel giardino.
Il progetto del padiglione B STAIR nasce come omaggio a Luis Barragán e alla sua capacità di trasformare l’architettura in un atto poetico. L’elemento scelto come simbolo è la scala della Casa Estudio Barragán, reinterpretata in scala monumentale per assumere nuovi significati e funzioni. Il padiglione è concepito come un modello architettonico che celebra immaginazione, precisione e artigianato, valori comuni al design messicano e italiano. È costruito con HR Hidrofugo, materiale ecologico e versatile, rifinito in modo diverso all’interno e all’esterno. Pur offrendo riparo dal sole e dalla pioggia, mantiene un rapporto diretto con la luce naturale, il giardino e lo spazio esterno, creando un ambiente meditativo e condiviso. La luce sud-occidentale viene modulata da pilastri imponenti, mentre quella settentrionale filtra delicatamente attraverso la vegetazione. Di notte, l’illuminazione ambrata trasforma l’ambiente in un grande diffusore bianco, evocando un’atmosfera sospesa. Al centro, un grande tavolo modulare si scompone e si ricompone, diventando palco, bancone o spazio conviviale, capace di ospitare concerti, conferenze, workshop o cene comunitarie. Le sedute sono minime e flessibili, richiamando le sculture di Carl Andre e i giochi grafici di Escher. Il padiglione è pensato come spazio corale: qui si può essere soli ma allo stesso tempo parte di una comunità, sperimentando la continuità tra interno ed esterno. Il riferimento alla scala sottolinea il concetto di passaggio e di possibilità: non un percorso gerarchico, ma una molteplicità di cammini, come ricordava Aldo Van Eyck citando Lina Bo Bardi. In questo senso, B STAIR è insieme cappella, piazza e giardino: un luogo per la contemplazione e la condivisione. Uno spazio pubblico aperto, dove l’architettura diventa esperienza collettiva e poetica. Con Elena Martucci.
Partecipare ai concorsi di architettura significa mettersi alla prova su terreni sempre nuovi, misurarsi con scale più ampie, contesti lontani e temi complessi. È un’occasione per liberare creatività e visione, restando però ancorati alle regole e ai vincoli del brief, come in un esercizio di equilibrio tra libertà e disciplina. I concorsi sono per lo studio ciò che l’allenamento è per l’atleta: un modo per affinare metodo, lucidità e capacità di sintesi. Lavorare su scenari urbani, scuole, spazi pubblici o residenze collettive allena lo sguardo e arricchisce la sensibilità progettuale, mantenendo viva la curiosità e la tensione verso la ricerca.