





Il progetto del padiglione B STAIR nasce come omaggio a Luis Barragán e alla sua capacità di trasformare l’architettura in un atto poetico. L’elemento scelto come simbolo è la scala della Casa Estudio Barragán, reinterpretata in scala monumentale per assumere nuovi significati e funzioni. Il padiglione è concepito come un modello architettonico che celebra immaginazione, precisione e artigianato, valori comuni al design messicano e italiano. È costruito con HR Hidrofugo, materiale ecologico e versatile, rifinito in modo diverso all’interno e all’esterno. Pur offrendo riparo dal sole e dalla pioggia, mantiene un rapporto diretto con la luce naturale, il giardino e lo spazio esterno, creando un ambiente meditativo e condiviso. La luce sud-occidentale viene modulata da pilastri imponenti, mentre quella settentrionale filtra delicatamente attraverso la vegetazione. Di notte, l’illuminazione ambrata trasforma l’ambiente in un grande diffusore bianco, evocando un’atmosfera sospesa. Al centro, un grande tavolo modulare si scompone e si ricompone, diventando palco, bancone o spazio conviviale, capace di ospitare concerti, conferenze, workshop o cene comunitarie. Le sedute sono minime e flessibili, richiamando le sculture di Carl Andre e i giochi grafici di Escher. Il padiglione è pensato come spazio corale: qui si può essere soli ma allo stesso tempo parte di una comunità, sperimentando la continuità tra interno ed esterno. Il riferimento alla scala sottolinea il concetto di passaggio e di possibilità: non un percorso gerarchico, ma una molteplicità di cammini, come ricordava Aldo Van Eyck citando Lina Bo Bardi. In questo senso, B STAIR è insieme cappella, piazza e giardino: un luogo per la contemplazione e la condivisione. Uno spazio pubblico aperto, dove l’architettura diventa esperienza collettiva e poetica. Con Elena Martucci.
È l’essenza del lavoro dell’architetto: trasformare un’idea in forma costruita, valorizzando il contesto e rispettando le risorse disponibili. Ogni nuovo progetto è un’occasione straordinaria per unire competenza tecnica e visione personale dell’architettura. La ricerca si sviluppa nel dialogo tra forma e funzione, materiali e sintassi compositiva, sostenibilità e flessibilità d’uso. Progettare un edificio significa interrogarsi sul suo rapporto con lo spazio pubblico, sulle performance energetiche, sulla capacità di adattarsi nel tempo. È un processo complesso e condiviso, che coinvolge diverse discipline e competenze, ma che proprio per questo restituisce la parte più gratificante della professione: dare vita a ciò che ancora non esiste.