
Silos, Alvar Aalto, Oulu, (FIN), 1931





Il riferimento per il progetto di concorso è il primo edificio industriale modernista di Alvar Aalto situato nel quartiere Meri-Toppila di Oulu, in Finlandia. Il silo riflette la filosofia architettonica di Aalto, integrando funzionalità con un'audace visione estetica. Il progetto di concorso propone un nuovo modello per un centro logistico, capace di trasformare un’area industriale oggi segnata da capannoni bassi e anonimi in un landmark urbano riconoscibile. L’idea è di sostituire l’impianto orizzontale tradizionale con un organismo verticale di 60 metri, articolato in quattro livelli. In questo modo si riduce l’impronta sul paesaggio, preservando la natura circostante e introducendo una densità capace di ottimizzare suolo e risorse. Il sistema si compone di moduli di stoccaggio flessibili (da 4 a 8), collegati da una dorsale centrale per la movimentazione. Tre “service box” ospitano ascensori, scale, spazi tecnici e impiantistici, garantendo un flusso efficiente di merci e persone. Ogni modulo integra baie di carico doppie per otto camion complessivi. Un edificio di testata accoglie uffici, hall e spazi per i visitatori, diventando la facciata rappresentativa del complesso. Il risultato è un’architettura visionaria e compatta, in grado di ispirare un nuovo paesaggio urbano, coniugando funzionalità, flessibilità e qualità ambientale. Le parole chiave sono: Densità · Attrattività · Soluzione integrata · Visionarietà · Paesaggio urbano · Flessibilità.
È l’essenza del lavoro dell’architetto: trasformare un’idea in forma costruita, valorizzando il contesto e rispettando le risorse disponibili. Ogni nuovo progetto è un’occasione straordinaria per unire competenza tecnica e visione personale dell’architettura. La ricerca si sviluppa nel dialogo tra forma e funzione, materiali e sintassi compositiva, sostenibilità e flessibilità d’uso. Progettare un edificio significa interrogarsi sul suo rapporto con lo spazio pubblico, sulle performance energetiche, sulla capacità di adattarsi nel tempo. È un processo complesso e condiviso, che coinvolge diverse discipline e competenze, ma che proprio per questo restituisce la parte più gratificante della professione: dare vita a ciò che ancora non esiste.